23 febbraio 2016

Le mille insidie della traduzione... è (anche) una questione di ordine!

E' questione risaputa che una delle tipologie di esercizio più difficile è la traduzione dall'italiano (nel nostro caso) all'inglese. Si tratta di un esercizio estremamente complesso perché richiede davvero una competenza a 360° nella lingua straniera! 

Eppure molto spesso chi impara una lingua parte dal presupposto di voler tradurre il proprio pensiero in italiano direttamente in inglese (magari in tempo reale, mentre parla!). 

Purtroppo questo atteggiamento mentale porta spesso a dei gravi insuccessi comunicativi. Troppo spesso ci si dimentica che lingue diverse hanno strutture diverse (vedi post del 24 gennaio) e che non è pensabile poter effettuare solo una semplice sostituzione di parole lasciando invariata la struttura della frase italiana.

E' un tema che ho già in parte trattato, ma sul quale in realtà mi troverò sicuramente a ritornare, aggiungendo mano a mano qualche elemento. Dunque abbiamo già detto che in inglese il soggetto va sempre espresso (vedi post del 29 gennaio).

Oggi ribadiamo il fatto che l'ordine con il quale disponiamo gli elementi della frase inglese non corrisponde a quello della frase italiana. Per un'analisi che parte dal confronto con l'italiano vi rimando al post del 5 febbraio.

Di seguito troverete invece un link a una presentazione che illustra l'ordine della frase inglese affermativa e negativa in un modo un po' più dinamico e colorato!

La struttura della frase inglese: diapositive

Per chi preferisse una copia cartacea, ecco il link al PDF

La struttura della frase inglese: pdf

Ma gli schemi da soli non creano competenza! Il modo giusto per riuscire a costruire dei percorsi mentali nuovi ed efficaci è quello di usare gli schemi in modo operativo!

In pratica si tratta di tenere davanti a sé (schermo del computer o carta... dipende da voi!) gli schemi quando vogliamo comporre delle frasi (ovviamente sto parlando di una situazione controllata di studio) e di usarli in modo operativo, continuando a controllarli per assicurarci non solo che le frasi che stiamo costruendo siano corrette, ma soprattutto che dentro di noi si stia creando un percorso mentale corretto


Applicandoli più volte a delle situazioni concrete, ci troveremo ad impararli in modo spontaneo, e finiremo per farli nostri, al punto tale che ci ritroveremo a produrre frasi corrette senza sforzo.
Potete esercitarvi a farlo anche su alcune frasi italiane, vi aiuterà a percepire in modo concreto la differenza fra la nostra lingua e l'inglese.


Per fare degli esercizi sull'ordine delle parole nella frase inglese, eccovi un paio di link. Sono gli stessi del 5 febbraio, ma può essere utile rifare gli esercizi con un occhio agli schemi per fissare meglio questo importante aspetto della grammatica:

Ego4u: word order in positive sentences

Ego4u: word order in negative sentences

Infine aggiungo un link con un'esercizio specifico per le espressioni di tempo.
Le espressioni di tempo trovano posto alla fine della frase, ma in alcuni casi possono essere posizionate all'inizio (vedi diapositiva 2). Questa regola non vale però per gli avverbi di frequenza (always, never, usually, often, sometimes, rarely) che trovano posto subito prima del verbo principale. Ritorneremo su questo argomento quando sarà il momento di parlare del present simple.

Ego4u: position of time expressions

E' tutto per oggi. Buon lavoro, e al prossimo post!