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20 settembre 2020

Il gruppo degli -ism: quando gli ideali suonano tutti allo stesso modo!

Oggi affrontiamo un gruppo di vocaboli che spesso causano problemi di pronuncia agli studenti italiani. Si tratta dei vocaboli che terminano in -ism, che designano teorie, filosofie, sistemi di valori o sistemi politico-economici.

Il termine "ism" esiste anche come sostantivo a sé stante in inglese ed indica - spesso con disapprovazione - un sistema di convinzioni o comportamenti. Provate a guardare la definizione dell'Oxford Learner's Dictionary (© 2020 Oxford University Press) al seguente link: ism.

Notate anche la pronuncia /ˈɪzəm/ in cui la vocale neutra schwa (vedi il post ad essa dedicato) serve per unire le due consonanti. Ascoltate l'audio dal dizionario ed esercitatevi fino a che non suonerà naturale.

Fanno parte di questa categoria tutta una serie di vocaboli che ci servono quando parliamo di filosofie, ideali, religioni, sistemi politici o economici. Una cosa particolare è che la pronuncia della finale -ism rimane uguale in tutti i composti, al punto tale che i vocaboli hanno tutti un suono simile e vengono pertanto accorpati in una categoria unica.

Ma vediamo alcuni esempi di questi vocaboli, suddivisi per categorie:

attitude, behaviour: altruism, egoism, hedonism, consumerism, individualism, ageism, alcoholism, racism, etc.

philosophy, religion:  hedonism, fatalism, asceticism, feminism, humanism, idealism, empiricism, materialism, pragmatism, rationalism, agnosticism, anarchism, atheism, etc.

political/economic systems or ideologies: communism, socialism, capitalism, despotism, isolationism, liberalism, nationalism, totalitarianism, etc.

Naturalmente alcuni di questi vocaboli possono appartenere a più categorie, in quanto non sempre la distinzione fra "filosofia" e "modo di porsi" (attitude) o comportamento (behaviour) è "clear-cut" ovvero netta. Il fatto di dividerli in categorie serve più che altro a mettere in atto dei processi logici che facilitano l'apprendimento. Se lo desiderate, potete creare delle vostre liste riorganizzandoli secondo criteri che vi aiutano di più a ricordare, oppure usando altre forme di organizzazione logica, per esempio creando coppie di opposti:

altruism           VS    egoism

communism     VS     capitalism

materialism      VS    idealism

e così via... Ricordate che per imparare dei vocaboli non basta leggerli o ripeterli, dovete farne qualcosa - preferibilmente un'attività che vi impegni a livello logico - in modo da attivare i meccanismi che vi permetteranno di ricordarli e di usarli in modo corretto.

Torniamo al suffisso -ism: come ci insegna il Cambridge Dictionary (© Cambridge University Press 2020), esso serve a formare vocaboli che si riferiscono a convinzioni, discipline di studio o modi di comportarsi di natura sociale, politica o religiosa. Ecco allora che se parliamo di religioni avremo per esempio Buddhism, Catholicism, Hinduism, Judaism (con alcune eccezioni, es. Christianity e Islam).

Ho di recente affrontato questo argomento con una mia classe, e per aiutarli a memorizzare un piccolo set di vocaboli terminanti in -ism ho preparato loro dei semplici quiz in cui si tratta di abbinare un vocabolo alla sua definizione. Può sembrare un esercizio semplice, ma, di nuovo, l'idea è quella di mettere in moto dei processi di apprendimento che ci permettano di "fare nostri questi vocaboli". In realtà, ognuno di voi potrebbe costruirsi un suo quiz personale, o usare le funzionalità offerte (di solito agli utenti registrati) da alcuni dizionari online.

Se volete cimentarvi anche voi con il quiz, eccovi il link al modulo Google. 

NB: viene richiesta una email per poter compilare il modulo, ma gli indirizzi mail non verranno raccolti, a tutela della vostra privacy.

-ism vocabulary quiz - www.english-how.it

Vi sembra difficile? Mai spaventarsi... Per imparare una lingua straniera bisogna avere una buona dose di ottimismo e non cedere mai al pessimismo... Ovvero:

To learn a foreign language you need a fair amount of optimism and you should never fall prey to pessimism!

Keep up the good work! To the next post!

And remember... Altruism can make a difference!


18 maggio 2018

Omofoni parte 4... don't get lost in the maze!

Quarta puntata dedicata al fenomeno dell'omofonia, ovvero parole con diversa ortografia e diverso significato che condividono la stessa pronuncia. E' un fenomeno molto frequente in inglese, al punto che si possono individuare centinaia di coppie di omofoni. 
Per farvi un'idea delle dimensioni del fenomeno potete consultare le seguenti liste, disponibili online:

List of British-English Homophones (Singularis Ltd) 

English Club: Common Homophones List (© 1997-2018 EnglishClub.com)

101 English Homophones You Should Know Online Teachers UK (© Copyright 2012-2018 OTUK) 

Per chi volesse ripassare le "puntate" precedenti dedicate all'argomento, ecco il link alla pagina dove trovate l'elenco dei vari posts dedicati alla pronuncia, fra cui, appunto, quelli dedicati agli omofoni: Parlare (Speaking) - www.english-how.it. Oppure cliccate sull'etichetta "omofoni" nell'elenco delle etichette (sulla sinistra della homepage nella versione desktop).

Come già più volte ribadito, il mio obiettivo non è quello di presentare tutti i casi di omofonia della lingua inglese, ma piuttosto quello di "sensibilizzarvi" nei confronti di questo fenomeno attraverso lo studio di alcuni casi comuni di omofonia. Per chi fosse curioso e volesse una trattazione più ampia, rimando appunto ai links di cui sopra.

All right? Do you want to write it down?

Eccoci dunque alla prima coppia di oggi: di nuovo le silent letters all'origine dell'omofonia. Infatti, nell'avverbio right le lettere "g" ed "h" sono mute, mentre nel verbo write è sono le lettere "w" ed "e"  a non essere pronunciate. La conseguenza è che le due parole si pronunciano allo stesso modo! Come al solito, cliccate sui vocaboli per attivare al link che vi porterà nella pagina del dizionario online (Cambridge Dictionary o Oxford Learner's Dictionaries) dove potrete ascoltare la pronuncia!

right /rait/ - write /rait/



Oggi vi propongo anche una coppia famosissima, che ben si adatta al mese di maggio, il mese delle rose, considerate il più bello dei fiori!
"fiore" in inglese si pronuncia allo stesso modo che "farina"! 

flower /ˈflaʊə(r)/ - fiore e flour /ˈflaʊə(r)/ - farina 



Adam Nadolny on Freeimages

La rosa dell'immagine è ricoperta da goccioline di rugiada. In inglese il termine per indicare la rugiada è dew /djuː/ che ha la stessa pronuncia di due /djuː/, termine abbastanza complesso da tradurre (il link vi rimanda alla pagina 
del Cambridge Dictionary inglese-italiano, dove potrete trovare vari esempi e traduzioni)

Dew water is water droplets formed due to condensation of atmospheric water vapor on surfaces of temperature below its dew point temperature.
Citazione da un articolo scientifico: A review: dew water collection from radiative passive collectors to recent developments of active collectors


Mi capita spesso di ascoltare notiziari inglesi, durante i quali vengono spesso riportati stralci delle sedute del parlamento inglese. Se vi è mai capitato, avrete notato che i deputati inglesi dimostrano di solito il proprio assenso a quanto è stato detto con l'espressione "hear, hear" (letteralm. "senti, senti"). Da notare che nel parlamento inglese è vietato applaudire, pertanto l'espressione "hear, hear" assume a volte toni molto decisi, dal momento che risulta un modo accettabile per esprimere la propria approvazione!

Il verbo hear /hɪər/ (sentire, udire) ha la stessa pronuncia dell'avverbio here /hɪər/ (qui), avverbio che spesso viene strapazzato dagli studenti italiani (che lo pronunciano come se fosse un omofono di "her"!)

Nei compiti scritti, poi, mi è capitato di correggere spesso un errore dovuto a un caso di omofonia, di cui, si può proprio dire, gli studenti cadono vittima:

witch /wɪtʃ/(strega) anziché which /wɪtʃ(quale, che). Poveri studenti!, direte voi... Ingannati dalle stranezze della pronuncia inglese! Peccato che a scrivere "strega" anziché "quale" i risultati siano talmente assurdi da non risultare accettabili, per cui - ahimè! - parte il tanto temuto segno rosso!



Which is the wicked witch in the Wizard of Oz? 









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Un altro errore generato da un caso di omofonia che ritrovo negli scritti dei miei studenti è quello di confondere

who's? /hu:z/ (who is? - chi è?) con whose? /hu:z/ (interrogativo: di chi? - relativo con valore di possessivo)

Who's that girl whose umbrella is green? (chi è quella ragazza la cui ombrella è verde?)


Di coppia in coppia, ritroviamo una "vecchia conoscenza" (vedi il post Fra suole di scarpa e pesci piatti... parliamo ancora di piedi... senza però pestarli a nessuno!):

sole /səʊl/ - che può voler dire "unico" (come aggettivo) mentre usato come sostantivo può significare "pianta del piede", "suola di scarpe" ma anche "sogliola"! 
L'omofono soul /səʊl/ non potrebbe avere significato più diverso: corrisponde infatti all'italiano anima!


Dalla sogliola passiamo alla bistecca, per la prossima coppia:

steak /steik/ - bistecca (vocabolo spesso pronunciato in modo errato con una /i:/) e 
stake /steik/ - palo (di quelli che si piantano per terra) ma anche "pacchetto azionario"
In passato, purtroppo, il palo poteva avere una funzione molto triste, perché si usava per legarvi i condannati al rogo, da cui l'espressione "be burnt at the stake" (essere bruciati al rogo). Un'espressione in cui capita spesso di sentire questo vocabolo è at stake che possiamo tradurre con le espressioni "in gioco" o "a rischio".
Per esempio possiamo parlare di  jobs at stake (cioè posti di lavoro a rischio). E allora, sempre per aiutarci a ricordare, inventiamo una frase che utilizzi entrambe gli omofoni:

If you can't cook a steak, your job is at stake! (ovviamente il discorso vale se stiamo parlando di un cuoco o di una cuoca!)


La bistecca, ovviamente, è un taglio di carne... meat /mi:t/ in inglese... Beh, avrete già indovinato! Meat /mi:t/ ha un suo corrispondente in meet /mi:t/, verbo che traduce l'italiano incontrare, ma anche "conoscere per la prima volta".
Altro errore che capita spesso di correggere è quello della traduzione del verbo conoscere nel significato di "fare la conoscenza" di qualcuno. Infatti, la nostra domanda "Quando hai conosciuto Tom?" diventa When did you meet Tom?


E dalla carne passiamo al mais... in inglese britannico maize /meiz/ omofono di maze /meiz/ ovvero labirinto!



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Naturalmente, molti di voi avranno sentito il termine nordamericano corn per parlare del mais. Ma delle differenze fra British and American English parleremo più avanti!

Bene, direi che per oggi possiamo fermarci qui! Le cose da assimilare non sono poche e non vorrei che vi perdeste nel labirinto degli omofoni inglesi! Tornerò sull'argomento più avanti, per presentare altre coppie più o meno note. 

Keep up the good work! To the next post!

13 maggio 2018

Omofoni parte 3... attenzione ai freni consumati e agli autobus nella nebbia!

Proseguiamo a stretto giro di boa il discorso iniziato sulle parole inglesi che condividono la stessa pronuncia, pur avendo spelling e significato diversi.
Per le "puntate precedenti", potete vedere i posts: Omofoni... ovvero quando le apparenze ingannano! e Omofoni parte 2... per 8!

Come già detto, le coppie di omofoni in inglese sono centinaia, quindi cercherò di condensare in un numero limitato di posts i casi più comuni, senza la pretesa di esaurire l'argomento!

Proseguiamo dunque il nostro viaggio alla scoperta di questo fenomeno della lingua inglese, generato dal fatto che l'ortografia di una parola non ha un corrispondente fisso nella pronuncia (come si suol dire, in inglese "si scrive in un modo, si legge in un altro!").

Nel precedente post abbiamo visto alcuni casi di verbi irregolari che condividono la pronuncia con altre parole. Continuiamo con altri casi simili:



Il verbo "leggere" in inglese, è irregolare. Più precisamente, si scrive sempre allo stesso modo per tutte e tre le voci, ma cambia la pronuncia:

read /ri:d/ - leggere - infinito, presente (eg. I always read /ri:d/ a book at night)

(per sentire la pronuncia di "read" in tutte le sue voci, seguite il link all'Oxford Learner's Dictionary
cliccate su "Verb Forms" e poi sull'icona dell'altoparlante in corrispondenza della voce verbale che vi interessa)

read /red/ - leggere - simple past, past participle (eg. I read /red/ a book last night. / Have you ever read /red/ "The Lord of the Rings"?)

Avrete sicuramente già intuito qual'è il secondo elemento della nostra coppia...

red /red/ ovvero il colore rosso!







Have you ever read /red/ "Little Red /red/ Riding Hood"?















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Passiamo ora a un altro verbo. Fate attenzione, perché qui le cose si confondono davvero!

Il verbo "lead" (guidare, condurre) da cui deriva il sostantivo leader (ovvero colui che conduce, che guida) ha il seguente paradigma:

lead  /li:d/  infinito, presente -  This road leads you directly to the town hall.

led  /led/   simple past, past participle 

The guide led the way through the narrow streets of the inner city.

Ci siete? Si, allora proseguiamo... Ora, giusto per aumentare la confusione (altrimenti dove sarebbe il divertimento?!) il sostantivo inglese che traduce l'italiano "piombo" (nel senso dell'elemento chimico il cui simbolo nella tavola periodica è Pb) è tradotto dal sostantivo inglese

lead /led/

che di fatto ha la stessa pronuncia di led, ovvero il simple past del verbo lead!
A voler essere precisi il sostantivo lead /led/ è omografo del verbo lead /li:d/ - il che significa che ha la stessa ortografia, pur se con pronuncia e significato diverso! Del fenomeno dell'omografia ci occuperemo però in seguito! Per oggi fissiamoci sulla coppia di omofoni, ovvero

led /led/ - simple past, past participle del verbo "to lead! e

lead /led/ - sostantivo che traduce l'italiano "piombo"

A questo punto, sorge il dubbio (per lo meno a noi italiani): e le luci al LED?
L'acronimo LED /ˌel.iːˈdiːesiste anche in inglese, ma la pronuncia equivale a quella delle singole lettere che lo compongono, e che costituiscono le iniziali delle seguenti parole: Light Emitting Diode. Nessuna omofonia dunque con la coppia led/lead di cui sopra!


Sempre in tema di verbi irregolari, troviamo poi il simple past del verbo wear (indossare, avere addosso), ovvero:

wore /wɔː(r)/ che condivide la pronuncia con il sostantivo war /wɔː(r)/ (guerra)

Se prendiamo in considerazione il participio passato del verbo wear, ovvero

worn /wɔːn/ (indossato, ma anche "logorato, consunto") avremo un caso di omofonia 
con il verbo warn /wɔːn/, che significa "avvertire, segnalare".

Un modo utile per ricordare i vocaboli è quello di ricondurli a una certa logica, anche 
paradossale. Per esempio, ci si può divertire a costruire frasi in cui i nuovi vocaboli vengano
utilizzati: più strana e originale la frase, più sarà facile ricordarla! Che ne dite di provare?

Before you take the car I must warn you: the brake pads are really worn out! 
(Prima che prendiate l'auto vi devo avvertire: le pastiglie dei freni sono davvero consumate!)


Ma i verbi irregolari non sono gli unici a regalarci casi di omofonia. 

Se consideriamo per esempio il verbo miss che significa "perdere (es. bus, treno)" o "sentire la mancanza di" (usatissimo nelle canzoni romantiche... I miss you! cioè "mi manchi") avremo:

missed /mɪst/ - simple past, past participle che risulta un omofono di 
mist /mɪst/ che significa invece "foschia, nebbiolina".

Proviamo di nuovo a giocare con le parole della coppia di omofoni:

I missed the bus because of the thick mist! (ho perso l'autobus a causa della densa foschia!)















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And of course, if you want to travel on a bus, you must pay the right fare... That's just fair!

fare /feər/ - tariffa,prezzo, biglietto (per i mezzi di trasporto)

fair (adj) /feər/ - giusto, equo

Da cui l'espressione: That's not fair! (non è giusto!)

Ed ecco così scoperta un'altra coppia di omofoni!


Continuiamo ancora a giocare con gli omofoni per introdurre la prossima coppia:

I've got a terrible cold this week... I'm too weak to go work!

week /wi:k/ - settimana weak /wi:k/ - debole, fiacco (opposite of strong)


Passiamo ora a parlare di uno degli argomenti più cari ai britannici (secondo i cliché più comuni), cioè il tempo atmosferico:

weather /ˈweð.ər/, sostantivo che condivide la pronuncia con la congiunzione
whether /ˈweð.ər/ (se, se... o no)












I'm going out for a walk, whether the weather is good or not!









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Finiamo infine con una tripletta di omofoni:

way /wei/ - "modo, maniera" ma anche "via, strada"

weigh /wei/ - "pesare" 

whey /wei/ - "siero di latte" 
(concordo... non è un termine che userete così spesso!)

Proviamo a inserire anche queste tre parole in un'unica frase... non garantisco risultati particolarmente entusiasmanti... ma come si diceva prima, l'importante è creare delle associazioni di idee!

There's no way to weigh the whey! (non c'è modo di pesare il siero di latte!)

Difficilmente vi servirà mai una frase simile... ma imparare una lingua straniera non è uno sforzo da poco, e dunque non vi preoccupate se ogni tanto dovete ricorrere a qualche strategia che sembra un po' sciocca!

And after all, there's more than one way to skin a cat!

Don't worry... I'm not getting cruel... It's just an idiom that means "there is more than one way to do the same thing, to achieve the same aim"!
To the next post! Keep up the good work!

3 marzo 2018

Omofoni... ovvero quando le apparenze ingannano!

Con questo post riprendiamo il discorso iniziato nel post There - Their or They're... Quando la pronuncia non fa la differenza!, cioè una carrellata sulle parole inglesi che hanno la stessa pronuncia, pur avendo un diverso spelling e un diverso significato.

Innanzi tutto premetto che il mio obiettivo non è quello di trattare tutti gli omofoni inglesi... si contano a centinaia! Vi proporrò dunque le coppie più comuni, con l'obiettivo di aiutarvi a migliorare la vostra pronuncia, correggendo eventuali errori. Per molti, infatti, non è facile accettare che due parole che si scrivono con una diversa ortografia e che hanno significati diversi possano avere la stessa pronuncia!

Le prime due coppie di omofoni che vi propongo oggi sono la conseguenza di un fenomeno frequente in inglese, quello delle silent letters, ovvero lettere che vengono scritte ma che non si pronunciano. Si tratta di un fenomeno che crea molta confusione a noi italiani, abituati a pronunciare tutte le lettere che scriviamo. Paradossalmente, poi, una delle poche lettere che in italiano scriviamo ma non pronunciamo, ovvero la "h", viene invece pronunciata in inglese! A tal proposito, vi rimando al post Le consonanti inglesi: /h/

Come già per altri posts, cliccando sul vocabolo accederete alla pagina del Cambridge Online Dictionary (© Cambridge University Press 2018), dove potrete ascoltare la pronuncia cliccando sul simbolo del megafono, in corrispondenza della sigla UK (pronuncia britannica).

Ecco la prima coppia, due "classici" senza tempo:

Hi /haɪ/ (ciao) e high /haɪ(alto) 


A tal proposito avrei più di qualche scenetta da raccontare, di studenti increduli e riottosi che si rifiutavano di pronunciare "high" secondo le mie indicazioni, dal momento che proprio non volevano credere che si pronunciasse così, lasciando indietro "gh"! Per fortuna l'arrivo delle lavagne interattive multimediali (LIM) ha risolto il problema: la prof. si può mettere in discussione, ma un dizionario online con tanto di audio della pronuncia... proprio no!
Allo stesso modo, il comparativo e il superlativo di "high" si pronunciano senza articolare i suoni "gh": 

higher /ˈhaɪ.ər/ 

highest /'haɪɪst/


Passiamo a un'altra "coppia famosa":
no /nəʊ/ (no)  e know /nəʊ/ (conoscere)

Anche in questo caso, per molti è davvero difficile "far finta di niente" davanti a una "k" e
accettare di non pronunciarla! 

E che dire poi di:
I (io) //  e   eye (occhio, ma anche osservare, guardare) // ?

Coppia di omofoni inneggiata dal grande Shakespeare (e probabilmente non solo da lui) nel suo Sonetto 104 che inizia così:



To me, fair friend, you never can be old,
For as you were, when first your eye I ey'd,
Such seems your beauty still.

Eccovi una traduzione letterale indicativa:
Per me, caro amico, tu non sarai mai vecchio,

Perché la tua bellezza sembra invariata 
da quando la prima volta io (I) vidi (eyed) i tuoi occhi (your eye, letteralm. il tuo occhio).

Se qualcuno, incuriosito, volesse leggersi il testo completo, vi rimando al seguente link Shakespeare, William. Sonnet 104. Ed. Amanda Mabillard. Shakespeare Online. 8 Dec. 2012, dove troverete il testo del sonetto e una parafrasi in inglese moderno.

Shakespeare, da maestro della lingua inglese qual era, sfruttò abilmente le coppie di omofoni per creare dei memorabili puns, ovvero giochi di parole, molti dei quali costruiti sull'ambiguità di parole diverse pronunciate in modo identico (ricordiamoci che Shakespeare scriveva opere teatrali, fatte dunque per essere ascoltate, il che rendeva il ricorso agli omofoni particolarmente significativo).
Ecco allora, un altro passaggio famoso, tratto dalla tragedia Richard III:



Now is the winter of our discontent
Made glorious summer by this sun of York


(Ora l'inverno del nostro scontento
è reso gloriosa estate da questo sole di York)

dove il "sole" (sun) di York in inglese ha lo stesso suono del "figlio" (son) di York...! Ed ecco allora spiegato il gioco di parole Shakespeariano che dicendo the sun of York, il sole di York che porta una gloriosa estate dopo "l'inverno dello scontento", si riferisce nello stesso tempo al figlio di York, ovvero Edoardo IV, figlio del duca di York.

Per sentire il verso in una magistrale interpretazione di Al Pacino, vi rimando a questo link.
Looking for Richard (Riccado III, un uomo un re nella traduzione italiana) con Al Pacino e un cast davvero stellare, è un film che vi consiglio se siete appassionati di Shakespeare o se volete diventarlo! Un film a metà fra la resa cinematografica della tragedia Shakespeariana e il documentario che vi permetterà di capire meglio la vicenda e il contesto in cui Shakespeare lavorava.

Ed ecco dunque la nostra terza coppia di omofoni:


sun (sole) /sʌn/  e  son (figlio) /sʌn/









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Chiudiamo la carrellata di oggi parlando di musica, e in particolare dei mitici U2!
Il nome della band è, infatti, tutto un gioco di omofoni... Guardate un po':

U (lettera dell'alfabeto) /ju/ e you (tu/voi) /juː/

2 (two) /tuː/ e too (anche) /tuː


Insomma nella pronuncia inglese, il nome della band si trasforma da "U2" 
(lettera e numero) in "Anche tu/voi", ovvero in un invito rivolto al pubblico!

E tutto ciò avviene grazie ai giochi di parole resi possibili dal fenomeno dell'omofonia! 
Niente male, vero?

Ma prima di chiudere il post, andiamo a spiegare la vignetta sottostante:

Per capire la simpatica vignetta dobbiamo ricordarci che homophones condivide il prefisso iniziale (tanto in inglese quanto in italiano) con homosexual. Il prefisso "homo-" (che deriva dal greco homos) significa infatti "stesso", e dunque "homophone" significa "con lo stesso suono".

Non molti, poi, sapranno che l'aggettivo "gay" aveva originariamente il significato di "allegro, gaio, giulivo"! E' stata una delle prime cose che ho imparato all'inizio del mio percorso universitario... L'esame di letteratura del primo anno era incentrato sul periodo del 1700/1800: le prime volte in cui mi è capitato di trovare il termine "gay" con questo significato, restavo a dir poco interdetta! Spesso tendiamo a dimenticare come una lingua sia un organismo vivente, che si modifica in continuazione. Per questo non ci si può mai fermare, pensando di aver imparato tutto, ma bisogna continuare ad aggiornarsi!

Sorry for tricking you into
thinking that
homophones are
words that
sound gay.
created by snarky (someecards.com)


Sorry for tricking you (mi dispiace di averti ingannato) into
thinking (facendoti credere) that homophones  (che gli omofoni)
are words that sound (sono parole che suonano, sembrano)
gay (gioco di parole sui due significati del termine "gay": omosessuale, ma anche allegro, giulivo).


So... I hope you've enjoyed this post! Keep up the good work! To the next post!